Premesso che ho massimo rispetto per tutti coloro che hanno preso la strada vegetariana o vegana per motivi etici, per tutte le altre motivazioni sono molto deciso nel difendere la posizione che l’essere umano si è evoluto per essere un animale onnivoro. Questo è evidente dalla struttura del nostro intestino che è un ibrido tra quello di un carnivoro ed un erbivoro. Se fossimo solo carnivori il nostro intestino sarebbe molto più corto (es: l’intestino di un leone) e capace di digerire più efficientemente le proteine animali; se fossimo totalmente erbivori avremmo un intestino molto più lungo e capace di digerire le fibre. Ed invece no, abbiamo un ibrido diviso in tre settori ognuno dei quali in grado di digerire meglio alcuni macronutrienti. Sarà un caso? Io, e con me un sacco di studiosi ben più blasonati, dicono di no!
Come detto non entro nelle scelte etiche delle persone ma a me appare chiaro che per nutrici qualcuno si deve sacrificare che sia la piantina di cavolini di Bruxelles o il pollo ruspante, qualcuno o qualcosa (per chi crede che le piante non abbiano una loro intelligenza e sensibilità) deve morire perché la nostra vita continui.
Nelle antiche popolazioni primitive i cacciatori pregavano sul cadavere della preda per ringraziarla dell’essersi sacrificata per la loro vita. Un caso anche questo? Credo di no!
Per fugare ogni dubbio dico anche che io sono per gli animali allevati al pascolo (grass fed). Volete mettere la differenza tra un vitello che in 18 mesi di vita vede solo la sua mangiatoia e un suo simile che scorrazza libero in un vallone di mezza montagna per 36 mesi (si perché tanto ci vuole per far crescere in modo naturale un vitello)? Anche senza voler scomodare le “energie sottili” e le teorie che asseriscono che sia presente nella carne degli animali allevati e macellati tra mille crudeltà la “memoria” di un’energia negativa, dico che un vitello che per tre anni scorrazza scodinzolando tra alberi e prati verdi non abbia poi una brutta vita. Se un giorno tutto questo finisce secondo un ciclo che assomiglia molto a quello in cui un gruppo di ominidi a caccia di grossi erbivori non mi pare molto peggio (ed irriguardoso nei confronti dell’ecosistema) di ettari ed ettari di colture tirate su a fertilizzanti chimici e antiparassitari!
Se poi vogliamo scendere sul piano più tecnico possiamo parlare dei valori nutrizionali di una carne sana come quella allevata allo stato brado. Tanto per dare due numeri pensate che mangiando carne di questo tipo non ci sarebbe bisogno di alcuna supplementazione di omega3. Infatti si crede che questi acidi grassi siano una caratteristica esclusiva del pesce azzurro, invece una carne del genere ha un rapporto omega6/omega3 di 4:1 cioè ottimale per il nostro organismo, mentre quella da allevamento intensivo arriva a rapporti del tipo 20:1!
Allora, considerando che gli omega6 hanno il ruolo di promuovere processi di infiammatori (di per se fisiologici e benefici entro certi limiti) e gli omega3 hanno quello di ridurre l’infiammazione dovrebbe apparire chiaro che non è la carne in se che fa male ma la carne di scarsa qualità!
E indovinate chi sono i responsabili di tutto ciò? I cereali che vengono dati a forza ad animali che in natura tutto mangiano tranne che i cereali.
(Continua…)