La dieta, questa sconosciuta – parte 5

Avrete capito quindi che nel mio piatto non trovano molto spazio i carboidrati.
Anche se non mangio low-carb e quando ci sono amici preferisco di gran lunga la loro compagnia ai dogmi alimentari, l’attenzione a non eccedere con questo macronutriente è cosa ben presente nella mia quotidianità. Il motivo di questa scelta sta nel fatto che ormai da diversi anni ho capito che è vano pensare all’alimentazione in termini di “vita umana”. Capisco bene che per ognuno di noi la propria vita è “tutto” ma in questi casi il minimo che possiamo fare è pensare per “ere”, tanto infatti è il tempo in cui il nostro DNA si modifica e si adatta (stabilmente) alle nuove necessità.

Mi capita spesso quando parlando con amici e conoscenti consiglio di levare dalle loro diete cereali, legumi e/o latticini di sentirmi dire cose del tipo: “levami tutto ma non il pane e la pasta!” oppure “ho sempre mangiato pane e pasta e sono sempre stato bene!”. La mia riflessione parte dal fatto che ci sono alimenti “antichi” che il nostro organismo è più preparato a digerire ed assimilare. Cereali, legumi e latticini sono cibi relativamente recenti. L’agricoltura è cosa di 10.000 anni fa, i primi formaggi ancora meno. Sembra tanto ma considerando una media di 5 generazioni ogni cento anni significa che nel migliore dei casi il nostro patrimonio genetico si è replicato per non più di 500 volte. Sembra un valore elevato ma qualunque genetista vi confermerà che sono poche per determinare un grande cambiamento del genoma. Pensate che il nostro corredo genetico differisce da quello dei nostri antenati del paleolitico dello 0,2%. Ora, per quanto elevate possano essere le espressioni geniche che ci caratterizzano (pensate che tutte le attuali differenze sono figlie di uno 0,1% di DNA) per rendere “collettiva” una variazione servono ben più di 500 ricombinazioni.

Tutto questo ragionamento mi serve a dire che molti di noi non sono ancora perfettamente attrezzati per assimilare un certo tipo di alimenti, quindi in attesa che passi qualche altro centinaio di migliaia di anni io sarei per cibarci di cose che il nostro corpo “conosce” sicuramente e, credetemi, non sono per niente poche!

Tornando quindi ai carboidrati trovo che la loro riduzione e il loro apporto da determinate fonti sia in linea con il nostro processo evolutivo. 100.000 anni fa le fonti di carboidrati non erano così diffuse e, soprattutto, non erano a così alto indice glicemico come quelli che trovano sempre più posto nelle dispense.

E pensate che non abbiamo ancora parlato degli effetti di tutte le sofisticazioni a cui il cibo è sottoposto dall’industria alimentare!
A prescindere da questo cereali, legumi e latticini hanno un altro difetto… ma di questo ne parlerò più avanti.

(Continua…)

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