Abbiamo visto quindi che per alimentarsi con i grassi è necessario stare alla larga dai carboidrati ed in particolare da quelli ad elevato indice glicemico.
Quando introduciamo nel nostro organismo abbondanti quantità di carboidrati tutti i sistemi di riconoscimento, digestione, assorbimento e gestione di questo micronutriente si attivano. Fin qui niente di male visto che siamo “progettati” per fare tutto ciò. In fondo il nostro cervello è una macchina che va a zucchero ed è normale quindi che faccia il tifo perché il nostro organismo gliene fornisca in quantità costante.
Eccoci al punto focale: la quantità! Il cervello è l’organo più avido di zuccheri ma, udite udite gliene sono sufficienti 4 grammi l’ora. State iniziando a fare un po’ di conti? No? Peccato, perché a questo punto realizzare che una “innocua” fetta di pane bianco da 40 grammi contiene circa 20-24 grammi di carboidrati dovrebbe suggerirvi qualcosa. Considerando che nel sangue il nostro organismo mantiene una quantità di zuccheri compresa tra i 5 ei 10 grammi dobbiamo ricorrere ai cosiddetti sistemi tampone. Se abbiamo introdotto carboidrati a basso indice glicemico, che rilasciano lentamente nel sangue zuccheri allora possiamo sperare che il nostro organismo converta in glicogeno gli zuccheri in eccesso. Il glicogeno (lo sanno bene gli atleti di endurance) non è immagazzinabile all’infinito. Fegato e muscoli sono i depositi del glicogeno e in diversa proporzione possono arrivare in soggetti molto allenati a “stoccare” 7-800 gr di glicogeno.
Allora è fatta direte voi, sai quante fette di pane mi posso mangiare prima di aver saturato le mie scorte di glicogeno! Peccato però che il glicogeno si consuma solo ad elevate frequenze cardiache e che nella normale vita da “impiegati” bruciamo soprattutto grassi. Succede quindi che le nostre scorte sono quasi sempre piene e che non c’è spazio per nuovo glicogeno.
Ecco allora che il nostro sistema endocrino per scongiurare che permangano nel sangue grandi quantità di carboidrati (che danneggerebbero diversi organi) inizia una massiva produzione di insulina (ormone che permette l’attraversamento della membrana cellulare da parte dei micronutrienti). Con l’insulina il nostro corpo rastrella gli zuccheri di troppo e convertendoli il trigliceridi li “parcheggia” nelle cellule adipose (adipociti).
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